Rifugiati e richiedenti asilo: mettere fine all’emergenza, iniziare la progettazione

Per il Presidio Piazzale Trento, organizzazione nata dalla lotta agli sfratti e ora a difesa dei diritti dei cittadini e dei non cittadini, è ora di mettere fine all’emergenza che ormai periodicamente si verifica in città a seguito dell’assenza di progettazione per l’accoglienza e l’assistenza dei rifugiati e dei richiedenti asilo assegnati al CIE/CPSA/CARA di Elmas.

Il Presidio, da Giovedì sera, si sta occupando di assistere un gruppo dell’Eritrea che si è reso protagonista della fuga che ha paralizzato l’aeroporto mercoledì mattina. Nessun’altra istituzione ha provveduto a prendersene cura.

E’ una finta emergenza. Riteniamo sia una finta emergenza perché è ormai un dato di fatto che tantissime persone emigrano verso l’Europa passando per Lampedusa quando non arrivano direttamente sulle nostre coste dal vicino nord Africa. La struttura nell’aeroporto militare di Elmas è posizionata lontana dalla città (non favorisce l’interazione) e non è un luogo tranquillo (aerei che volano a qualunque ora).

Ci sono interessi economici nella gestione delle emergenza
Così come per altre situazioni (gestioni rifiuti in altre città, ricostruzione a seguito di eventi naturali più o meno prevedibili) la gestione dell’accoglienza e dell’assistenza per i richiedenti asilo è un’emergenza che impegna consistenti risorse economiche che non si traducono in servizi dignitosi o di qualità per i migranti.

La Prefettura di Cagliari, ente che si occupa di seguire la situazione, ha bandito una gara d’appalto per un servizio navetta dal Centro di Elmas a Cagliari con una corsa di andata al mattino e una di ritorno la sera per €235 + iva al giorno, tutti i giorni. Sarebbe bastato programmare un servizio di trasporto pubblico per tutta la zona dell’aeroporto e della zona industriale tra Elmas e Cagliari e incentivare l’utilizzo della stazione ferroviaria dell’aeroporto.

Il Commissario della Provincia di Cagliari invece ha chiesto alla Caritas diocesana di Cagliari di aderire a un “protocollo di intesa per la gestione di un piano di accoglienza per i migranti in uscita dal CPSA/CARA di Elmas”. Il Commissario Cadau ha ritenuto di non dover potenziare le risorse del suo ente e di pagare  €50.000 alla Caritas.

Allo stato attuale alcuni destinatari di questo piano di accoglienza lamentano di non aver trovato nessuno che gli insegnasse la lingua italiana o favorisse la loro interazione con il resto degli abitanti.

Da giovedì sera il Presidio ha assistito un gruppo di eritrei che hanno rifiutato di sottoporsi alle pratiche di identificazione del centro di Elmas. Si tratta del gruppo di 80 persone che ha paralizzato l’aeroporto perché vuole avviare le pratiche per la richiesta di asilo politico in un altro paese europeo.

A noi non ha interessato conoscere tutte le vicende burocratiche sul momento. In piazza Matteotti c’erano oltre 55 persone, tra uomini, donne (anche in cinta) e ragazzi che avevano bisogno di un posto dove passare la notte perché si rifiutavano di tornare nel centro di Elmas che loro chiamano “prigione” o “campo”.

Il Presidio si è quindi preoccupato di ascoltare, con non poche difficoltà, le necessità del gruppo, portando coperte e un thé caldo per la prima notte e si è fatto carico di assistere in assoluta solitudine, senza l’interessamento di altri enti quali ad esempio Comune, Provincia, Protezione Civile questo gruppo di migranti.

Gli attivisti del Presidio stanno intervenendo giorno e notte dalla sera di giovedì con il gruppo: sono stati distribuiti oltre 20 litri di thé caldo, decine di coperte, abbigliamento per uomini e donne e scarpe. Abbiamo rassicurato i migranti, specie i più giovani a seguito dei loro racconti di disperazione, specie nel viaggio e nella prigionia in Libia.

Nel gruppo ci sono anche 4 degli 8 che erano fuggiti dal centro e non erano stati catturati dalle forze dell’ordine. Uno dei migranti del gruppo aveva necessità di cure mediche e tutt’ora si trova ricoverato.

Ora pretendiamo risposte e vogliamo soluzioni per loro e per tutti i rifugiati. Vogliamo sapere come vengano utilizzate tutte le risorse pubbliche e perché nessuno è in grado di ascoltare e di accogliere dignitosamente i migranti in arrivo al Centro di Elmas.

Se nessuno degli enti che spende migliaia di euro è in grado di fare programmazione e/o di gestire in modo migliore il Centro, è bene che ascolti le necessità dei migranti per non favorire il crearsi continuo di un’emergenza che genera profitti sulla pelle delle persone più povere e sulle spalle dei contribuenti.

Il Presidio continuerà ad assistere e ascoltare i rifugiati anche in situazioni diverse. Vogliamo fare la nostra parte per aiutare questi fratelli e sorelle che passano qui per andare a cercare fortuna altrove. Esporremo a tutti gli enti le nostre proposte operative sulla questione.

 

Pubblicato da piazzaletrento

La voce del Presidio