Dopo lo sgombero avvenuto nelle campagne di Arborea (necessari oltre 100 agenti di polizia, una famiglia asserragliata per ore nella loro azienda venduta all’asta) e la condanna bipartisan della politica, i rappresentanti del Presidio di Piazzale Trento fanno un sit-in di protesta fuori dal Tribunale.
Pubblicato su Sardegna Oggi il 23 gennaio 2015 alle ore 12:59
CAGLIARI – La giornata di ‘follia’ avvenuta nelle campagne dell’Oristanese, con oltre cento agenti della polizia costretti a intervenire per far desistere da possibili gesti ‘gravi’ la famiglia Spanu, che si asserraglia in casa per evitare lo sgombero dall’ormai ex azienda venduta all’asta, dopo la condanna da parte di partiti politici di tutti gli schieramenti: ‘Stato indegno’, porta gli attivisti del Presidio di Piazzale Trento a protestare sotto il Tribunale del capoluogo sardo.
“Basta sfratti. Dopo il secondo atto di guerriglia in meno di venti giorni, per sgomberare anziani e disabili vittime dell’usura legalizzata e dello strozzinaggio bancario”, si legge in una nota diramata dagli attivisti, “abbiamo preso di mira il Tribunale di Cagliari richiamando l’attenzione sul tema con cartelli colorati e strumenti musicali improvvisati: padelle, pentole, coperchi e mestoli”. E dal versante della politica regionale arriva, da parte del gruppo di maggioranza di Sardegna Vera (riunisce i partiti La Base, Unione Popolare Cristiana, Italia dei Valori e Partito Socialista) l’intenzione “di voler presentare un emendamento alla Finanziaria per stanziare un fondo di solidarietà che garantisca una prima assistenza alle persone che si troveranno in queste situazioni. Non possiamo limitarci alla mera solidarietà e poi lasciare per strada le persone”, così il gruppo politico attraverso una nota, “a tutti, anche a chi sbaglia, la società sarda deve garantire un tetto. La prima casa deve essere sacra e inviolabile per tutti”.
