Un centinaio di persone si sono radunate davanti al Palazzo di Giustizia del capoluogo per un sit-in legato alla vicenda della Portovesme srl. Il processo all’ad dell’azienda, Carlo Lolliri, aggiornato tra tre mesi.
Pubblicato su Sardegna Oggi il 17 ottobre alle 14:22
CAGLIARI – Il processo – aperto e aggiornato al prossimo trenta gennaio – arriva al termine di un’inchiesta avviata quattro anni fa dal pm Daniele Caria, in seguito a un accertamento in alcune aree nelle vicinanze dello stabilimento.
Le contestazioni riguardano “le procedure per la bonifica e la messa in sicurezza dei siti inquinati”, oltre alla gestione di “una ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi”. Nella scalinata del Palazzo di Giustizia varie associazioni di cittadini hanno dato vita a un sit-in di protesta, al grido di ‘Chi ha inquinato deve essere giudicato, tumori e morti non vanno in prescrizione’. La protesta pacifica dei manifestanti è stata tenuta sotto controllo anche dalle Forze dell’ordine.
E le associazioni si sono costituite parte civile nel procedimento penale contro i dirigenti della Portovesme srl, “per le mancate e ritardate bonifiche e la cattiva gestione di rifiuti speciali. La situazione della Sardegna è gravissima dal punto di vista ambientale. Secondo le perimetrazioni dei SIN (Sulcis Iglesiente e Portotorres) ben 445mila ettari di territorio sono inquinati (pari a un terzo del territorio sardo), la più vasta estensione territoriale inquinata d’Italia, che supera di circa 20mila ettari quella della regione Campania”, si legge in una nota diramata dal Presidio Piazzale Trento, e che reca in calce le firme di associazioni e sigle quali “a Manca pro s’Indipendentiza”, “Cagliari Social Forum”, “Carlofortini preoccupati”, “Css Confederazione sindacale sarda” e “Sardegna Pulita”.
