Presidio Piazzale Trento, sgombero da Regione

Presidio Piazzale Trento, l’organizzazione che ha fatto delle battaglie contro le ingiustizie la sua bandiera, smonta il quartier generale di fronte al palazzo della Regione su sollecitazione della Regione stessa. «Fino a oggi eravamo qui. Ma da ora in poi saremo ovunque»

Pubblicato su Cagliari Oggi il 7 marzo 2015, di Maria Laura Porcella Ciusa

CAGLIARI – Questa mattina hanno dovuto smontare anche l’ultimo bullone del loro quartier generale gli attivisti di Presidio Piazzale Trento, organizzazione che ha fatto delle proteste e manifestazioni contro le ingiustizie la loro bandiera. Su sollecitazione della Regione proprietaria dell’area, hanno dovuto smontare il loro quartier generale sistemato su un lato del maxi-posteggio davanti al Palazzo regionale.

La sede era un gazebo che l’organizzazione utilizzava per le riunioni e l’organizzazione delle manifestazioni e si trovava in piazzale Trento, da cui il nome dell’organizzazione, dall’11 novembre 2011. Ma non è un addio. «Fino a oggi – spiegano Giacomo Dessì e Ambrogio Trudu, storici componenti del movimento – eravamo qui. Ma da ora in poi saremo ovunque». Ovunque per lottare contro Equitalia, Abbanoa, usi civici, Sla, servitù militari, migranti, sfratti. Prossimo appuntamento, avvertono gli attivisti il 15 di marzo in Piazza del Carmine contro le servitù militari.

Ecco chi sono gli attivisti di Presidio Piazzale Trento nelle parole della Lila Cagliari, l’organizzazione che si batte nella lotta contro l’Aids: «Da oggi viene a mancare uno spazio importante nella città di Cagliari: Presidio Piazzale Trento. uomini e donne che hanno fatto propri e denunciato pubblicamente molti degli scempi e delle ingiustizie che avvengono sotto i nostri occhi tutti i giorni, nella miopia totale delle istituzioni ma spesso anche degli stessi cittadini».

«Gente che crede che la dignità non possa essere calpestata e che il diritto a vedere riconosciuti principi fondamentali come quello dell’accoglienza, della salute, del lavoro e della casa, debba essere partecipato anche a nome di chi non ha più voce per farlo. Il Presidio ha messo in luce quanto la politica possa essere cieca, eliminando uno spazio diventato luogo vivo e pulsante di idee, capace di aggregare ed unire le realtà più diverse, in una piazza che tornerà ora ad essere abbandonata, dimenticata e terreno fertile per altro. A nome nostro e di tutti grazie Presidio per il lavoro e l’entusiasmo di tutti questi anni, non finisce qui».

Tratto da: http://notizie.cagliarioggi.it/n?id=86506

 

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La voce del Presidio