Sulcis, la protesta degli agricoltori: “Le nostre terre avvelenate dall’industria”

Agricoltori contro l’inquinamento industriale nel Sulcis. Sit-in a Cagliari davanti alla Regione per chiedere la bonifica e i risarcimenti per i coltivatori costretti a rinunciare al cibo che producono perchè “contaminato”. A sostegno dell’iniziativa anche il Presidio piazzale Trento, Sardegna Pulita assieme a diverse associazioni.

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Articolo pubblicato il 23 aprile 2014 alle 15:32 su Sardegna Oggi, di Giovanni Lorenzo Porrà

CAGLIARI – Bonifica delle aree inquinate, risarcimenti ai coltivatori, analisi per controllare lo stato di salute della popolazione: queste le richieste di un gruppo di agricoltori del Sulcis, supportati dagli attivisti di Piazzale Trento e varie associazioni.

“Secondo Greenpeace – afferma Marco Mameli, del Presidio di Piazzale Trento – la Sardegna ha il primato della regione più inquinata d’Italia, con 445.000 ettari di territorio in gravi condizioni, 100.000 in più della Campania”. Una situazione che da anni i coltivatori del Sulcis costatano personalmente. “Ci proibiscono di continuare a lavorare – è la denuncia di Anselmo Loddo, di Portoscuso – dal 1993 siamo costretti a buttare via i nostri prodotti, poi riceviamo un contributo anche se dal ‘97 non abbiamo visto più un centesimo”. Per questo stamane gli attivisti del Piazzale e di altre associazioni si sono riuniti insieme ai contadini sotto il palazzo della Regione, e hanno portato anche un piccolo assaggio dei loro prodotti: carciofi, limoni, latte, patate, tutti purtroppo “non commestibili” anche secondo l’ultima ordinanza del sindaco di Portoscuso.

“Siamo venuti qui per la prima volta il 12 Marzo per l’insediamento del nuovo Consiglio Regionale, perché speriamo di avere finalmente delle risposte – spiega Giacomo Dessì, anche lui del Presidio – l’idea della foto petizione è semplice: basta farsi fotografare con un pezzo di carta in mano con scritto chi inquina paga, e poi caricarlo sui social accompagnato dall’hashtag#Chi inquinapaga. Per chi non è iscritto ai social network basta inviarci l’immagine e la caricheremo noi”. Ma perché la foto petizione? “Vogliamo lanciare un segnale, mostrare che la gente ci mette la faccia”. Fra i presenti in tanti temono “che vada a finire come a Porto Torres, dove è caduta in prescrizione l’accusa per inquinamento colposo”, ma molti ricordano anche che a Crotone la Syndial ha dovuto infine pagare un risarcimento. “Se chi inquina non paga, pagano i cittadini – dice a gran voce Angelo Cremone di Sardegna Pulita – basta ricordare il caso Furtei”.

Non c’è poi solo il disagio economico: “Abbiamo paura per la nostra salute – afferma fra gli altri Giancarlo Barisai di Adiqua – viviamo a Nuraxi Figus, un paese circondato da discariche della miniera di carbone, eppure i tecnici asserviti dicono che non ci sono pericoli”. In tanti avanzano dubbi, a cominciare da Vincenzo Migaleddu, dell’Associazione Medici per l’Ambiente: lo studioso lancia l’allarme sui prossimi progetti, come un mega inceneritore, o le trivellazioni di metano mediante Fracking, un metodo che ha già causato disastri ambientali negli Stati Uniti. Per quanto riguarda la salute, “l’inquinamento porta varie malattie, cardiovascolari, cerebrali, degenerative. I tumori rappresentano in queste zone il 25/30% delle malattie. A Porto Torres poi c’è un eccesso di malformazioni congenite dei bambini, e in tutto il Sulcis la percentuale di patologie perinatali è superiore alla media”.

Al termine della mattinata il Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione, Filippo Spanu, ha incontrato una delegazione delle associazioni impegnadosi ad accogliere le istanze per promuovere un incontro con gli assessorati competenti.

Tratto da: http://www.sardegnaoggi.it/Economia_e_Lavoro/2014-04-23/25104/Sulcis_la_protesta_degli_agricoltori_Le_nostre_terre_avvelenate_dallindustria.html

Pubblicato da piazzaletrento

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